Concordato Preventivo Biennale
Concordato Preventivo Biennale
Parliamo di soggetti con partita IVA, ovviamente. Intanto vorrei spiegarti cos’è e lo faccio utilizzando quanto riportato sul sito web dell’AE (Agenzia Entrate). Premetto che lo faccio con il sorriso, per sdrammatizzare la tensione. La prima riga del “Cos’è” dice: Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è un istituto di compliance volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi (Dlgs n. 13 del 12 febbraio 2024). Noto qualcosa di strano già qui: volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi. Serve affinché io provveda spontaneamente a adempiere ad un obbligo. Ma se esiste già l’obbligo e le relative sanzioni nel caso io non vi provveda, perché deve essere creato un adempimento per farmi aderire “spontaneamente”?
Comunque sia, dal sito dell’AE posso scaricarmi il software che mi consente di eseguire il calcolo del reddito che, sempre secondo l’AE, dovrei dichiarare per gli anni di imposta 2024 e 2025 (le cui dichiarazioni dei redditi saranno redatte rispettivamente negli anni 2025 e 2026).
Però il software dell’Agenzia delle Entrate mi indica il reddito che dovrò dichiarare, ma al contribuente interesserebbe (soprattutto) conoscere le tasse che dovranno essere pagate. Poiché il calcolo delle tasse è influenzato anche da altre voci (extra contabili) è difficile conoscere ora le eventuali spese/costi da detrarre/dedurre. Però, se l’importo del reddito presunto, calcolato dall’AE, non si discosta di molto da quello dichiarato nell’anno precedente, si può affermare che le tasse non saranno eccessivamente diverse da quelle pagate. Sono ovviamente tutti ragionamenti ipotetici.
Però il problema diventa serio quando siamo in presenza di due redditi (il dichiarato ed il presunto) molto lontani tra loro. Qui si apre un mondo di ipotesi e di domande che sorgono, anche abbastanza lecitamente. In questi ragionamenti vi entrano tanti fattori. Uno di questi è il valore ISA. Se il mio valore è tale da mettermi al “riparo” da eventuali accertamenti (ad esempio con un valore pari o maggiore a 9 si ha – e spero che si abbia ancora – l’esclusione dalla disciplina società non operative ed esclusione redditometro, l’esonero dal visto di conformità per utilizzo in compensazione fino a 50.000 euro annui di crediti relativi alle imposte dirette e all’IRAP, gli accertamenti solo analitici), perché dovrei aderire al CPB?
Anche perché, comunque vada, sembra che ci sarà un piccolo ritocco al rialzo, anche per i contribuenti più fedeli. Dicono che sia solo per tener conto delle dinamiche economiche prevedibili in un periodo di crescita (?) non brillante ma nemmeno troppo modesta.
La domanda, quindi, è: ma chi aderirà? Aderiranno coloro i quali avranno la capacità di ponderare bene tre variabili: il costo dell’adesione; i benefici dell’adesione; i rischi della non adesione. Per chi non aderisce ci sarà la possibilità di finire in liste di controllo, sulle quali però il governo (dicono) non ha mai posto particolare enfasi, fedele alla linea di alcune componenti della sua maggioranza di voler evitare ogni forma di “caccia alle streghe”. Sarà vero? Vedi tu…
Giuliano Vendrame
01/07/2024
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